top of page
Mario Scotton

Il potere della Fisioterapia nei disturbi degenerativi del Menisco: riprendi il controllo della tua salute


Hai mai pensato che la fisioterapia potrebbe essere la chiave per affrontare i disordini del menisco? Questo può essere vero soprattutto se non sei un atleta ad alti livelli o se non se non pratichi sport multi-direzionali come il calcio, basket o il rugby.

Se sei tra coloro che affrontano il dolore meniscale senza esigenze funzionali elevate, potresti pertanto sorprenderti di quanto la fisioterapia possa migliorare la tua qualità di vita.

In questo articolo esploreremo come la fisioterapia offra soluzioni efficaci e personalizzate per gestire i disturbi del menisco, consentendoti di riconquistare il benessere e la mobilità senza dover sacrificare la tua routine quotidiana. Se sei dunque una persona tra i 25 e i 90 anni con le caratteristiche descritte in precedenza (dolore meniscale e non sport ad alti livelli o multi-direzione) questo articolo potrebbe fare per te e ti consigliamo di continuare a leggere per scoprire come puoi riprendere il controllo della tua salute articolare e riscoprire il piacere del movimento senza limitazioni.



 

Il ruolo dei menischi


Prima di procedere impariamo a conoscere perché per i pazienti che non sono sportivi d’élite la conservazione del menisco dovrebbe essere una vera priorità prima di considerare anche solo con il pensiero la chirurgia. Il ruolo del menisco è cruciale per la stabilità e la salute del ginocchio (soprattutto a lungo termine!) e pertanto può avere molto senso tentare un trattamento fisioterapico di qualità (no solo terapie strumentali o tecniche passive) prima di procedere all’ intervento chirurgico.

Escludiamo per il momento dal discorso gli atleti d’élite non perché ci siano pazienti di serie A e pazienti di serie B ma semplicemente perché le richieste funzionali di uno sport ai massimi livelli unite all’intero sistema che ci ruota attorno (sponsor, pressioni, scadenze) richiedono un discorso a parte che magari affronteremo in un’altra “puntata” del blog.


Partendo dalle basi ogni ginocchio ha due menischi, uno mediale (parte interna dell’articolazione) e uno laterale (parte esterna dell’articolazione). Queste strutture, sebbene simili nella forma a mezzaluna, svolgono ruoli distinti nel mantenimento della stabilità e della funzionalità del ginocchio.

Il menisco mediale è fortemente legato al legamento collaterale mediale. Ha una forma a “C” ed è più strettamente ancorato al tessuto circostante rispetto al menisco laterale. Il suo ruolo principale è quello di distribuire uniformemente il carico attraverso l'articolazione, assorbire gli urti e stabilizzare il ginocchio durante i movimenti gestendo soprattutto le traslazioni antero-posteriori della tibia.

Dall'altra parte, il menisco laterale si trova sulla parte esterna del ginocchio ed è meno legato al legamento collaterale laterale. Ha una forma più ad “O” ed è più mobile rispetto al menisco mediale. Il suo ruolo principale è quello di migliorare la stabilità del ginocchio durante i movimenti di torsione e rotazione, aiutando a controllare lo scivolamento dei condili femorali sulla superficie tibiale.


Solitamente giungono in studio alla nostra attenzione pazienti con dolore meniscale che hanno già provato diverse opzioni terapeutiche come una terapia farmacologica, il riposo assoluto, tecar ed altre terapie strumentali, infiltrazioni ecc ecc… senza però trovare grandi benefici (e relative conseguenze economiche e sul tono dell’umore). A quel punto l’ultima spiaggia sembra essere unicamente la chirurgia ma il motivo per cui si è deciso di scrivere questo articolo di blog è che spesso alla domanda “ha mai provato con un programma di esercizio a carico graduale?” i pazienti rispondono negativamente. Spesso nemmeno proposto. E da parte nostra è un vero peccato. Vediamo perché:


Se le terapia farmacologica può essere una soluzione che si può attuare per brevi periodi di tempo (anche e soprattutto perché spesso poco gradita dai pazienti nel lungo periodo), il riposo assoluto non è più indicato ormai da tempo: è da preferire infatti un “carico ottimale” o “optimal load” e quindi più che stare a riposo assoluto sarebbe opportuno farsi aiutare da personale qualificato a capire cosa è sicuro fare o cosa è meglio sospendere temporaneamente mentre si costruisce un miglioramento clinico. Ma torniamo alle nostre opzioni terapeutiche per il dolore meniscale: tecar e altre terapie strumentali usate in modo isolato non hanno evidenze scientifiche a favore della loro efficacia mentre le infilitrazioni spesso forniscono un’efficacia che risulta però limitata nel tempo. Sicuramente la soluzione che spesso appare “definitiva” è rappresentata dalla meniscectomia parziale o totale, ovvero la rimozione chirurgica di una parte o della totalità del menisco (interno o esterno che sia).

Benché sia un intervento che ha subìto grandi innovazioni con l’avvento delle tecniche mini invasive che garantiscono un recupero relativamente breve, la rimozione del menisco può causare instabilità nei vari piani di movimento a lungo termine, aumentando il rischio di lesioni associate e dolore.

Questo è vero soprattutto in quei pazienti che magari pur non essendo sportivi ai massimi livelli gradiscono praticare attività sportiva regolarmente. Se questo è il tuo caso continua pure la lettura, perché velocemente ora faremo “gli avvocati dell’accusa” e vedremo delle controindicazioni alla procedura chirurgica. Si sottolinea che lo scopo di questo articolo non è certamente quello di screditare la chirurgia, ma piuttosto quello di rendere il paziente più informato ed in grado di prendere scelte più consapevoli. È importante conoscere tutte le alternative a disposizione per non alimentare la sensazione di “impotenza” di fronte ad un problema che può invece offrire un’opportunità di conoscere meglio il proprio corpo.

Ma perché la chirurgia non può essere considerata una panacea da tutti i mali?


  1. Attenzione al lungo termine: numerosi studi longitudinali (studi che seguono i pazienti per lunghi periodi di tempo per vedere cosa succede non solo nell’immediato ma anche in futuro) hanno dimostrato un'associazione tra meniscectomia e sviluppo precoce e accelerato di artrosi di ginocchio. Questi studi hanno evidenziato che i pazienti sottoposti a meniscectomia, soprattutto quando viene rimossa una quantità significativa di tessuto meniscale, hanno un rischio maggiore di sviluppare cambiamenti degenerativi nell'articolazione del ginocchio nel corso del tempo.

  2. Sport: se il paziente pratica regolarmente attività sportiva potrebbe comunque sviluppare un’instabilità meccanica del ginocchio data proprio dal fatto che il menisco non potrà più esercitare la sua funzione di stabilizzatore delle traslazioni e dei movimenti articolari.

  3. Fattori di rischio: alcuni fattori possono aumentare ulteriormente il rischio di artrosi dopo la meniscectomia, come: l'età del paziente, il grado di lesione meniscale, la presenza di altre lesioni articolari concomitanti e il livello di attività fisica.

  4. Rischi di complicanze: la meniscectomia comporta rischi associati all'intervento chirurgico come infezioni, emorragie e problemi legati all'anestesia (Il trattamento conservativo, essendo non invasivo, riduce significativamente il rischio di complicazioni chirurgiche).


Dunque cosa fare?


Dopo una visita ortopedica o dopo delle indagini strumentali (es. risonanza magnetica) è possibile rivolgersi ad un fisioterapista esperto in riabilitazione ortopedica per una valutazione specialistica; sulla base dell’attenta valutazione il fisioterapista provvederà poi alla programmazione di un piano di intervento che sarà basato in piccola parte su tecniche manuali per ridurre il dolore ma soprattutto su un programma di esercizi a difficoltà graduale basato sulle esigenze e sulle richieste del singolo paziente. Spesso l’idea di fare esercizio fisico in presenza di dolore spaventa il paziente ma va detto ad altissima voce che oltre ad essere un ottimo alleato per ridurre il dolore, l’esercizio fisico mirato consentirà all’assistito di eliminare gli eventuali deficit emersi durante la valutazione e di tornare ad eseguire le attività di suo gradimento. Sarà importante chiaramente che il piano terapeutico sia specifico per il singolo paziente e non sia somministrato in ugual modo in tutti i pazienti, o peggio ancora “a caso”.

Ogni ginocchio ha la sua “storia” e di conseguenza dovrà avere un trattamento cucito su misura. Da qui si evince che alla fatidica domanda “ma quanto ci vorrà?”, non potrà esserci una risposta univoca ma un range temporale di prognosi più o meno ampio. Il trattamento comunque dovrebbe durare un minimo di 6 settimane (letteratura scientifica) con una posologia consigliata di 2 sedute a settimana. Questa rappresenta una nota dolente perché la società ci impone un “tutto e subito” che però spesso non coincide con i tempi biologici. Keep calm.


Alcune attività che generalmente risultano invalidanti per i pazienti con questo problema sono eseguire accovacciamenti, eseguire squat o altre attività in palestra, mantenere determinate posizioni per periodi di tempo prolungati, fare lunghe passeggiate, correre o fare sport in generale.


Alcuni dei pazienti che si sono rivolti a noi per questo problema hanno ri-assaporato il piacere di muoversi e di fare attività fisica, recuperando le proprie autonomie e aumentando contemporaneamente la loro qualità della vita. Ovviamente anche la fisioterapia non è efficace nel 100% dei casi e pertanto ricordiamo che lo scopo di questo articolo non è nemmeno quello di illudere il paziente, ma semplicemente di renderlo più informato e consapevole.

Un altro motivo (seppur meno soddisfacente, lo riconosciamo) per provare un programma di fisioterapia di qualità in caso di dolore meniscale è che anche nel caso in cui la fisioterapia non dovesse eliminare il dolore e quindi il paziente in accordo con il medico specialista decidesse di ricorrere alla chirurgia, comunque la letteratura scientifica è concorde nel consigliare un programma di allenamento pre operatorio per velocizzare la ripresa post operatoria. Quindi diciamo che tutto il sudore non sarebbe gettato invano.


Se l’articolo è stato di tuo interesse o se soffri di dolore meniscale non esitare a contattarci per ulteriori informazioni.

Vi ringraziamo per la lettura e vi aspettiamo per il prossimo articolo!







17 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page